Camilla che odiava la politica

Camilla è una bambina di 12 anni che abita insieme alla mamma e al fratellino “Chicco” in un piccolo paesino, Paludate Sul Fiume. Camilla ha una vita difficile, ma non è sempre stato così, ad esempio quando c’era Roby, suo padre, la vita era dolce. Ma ormai Roby manca da sei anni, da quando si è tolto la vita dopo essere stato accusato di corruzione. La vita di Camilla è spaccata a metà come una mela, una metà dolce, quando c’era ancora Roby e l’altra con il verme dentro, da quando Roby non c’è più.

Giampi, il figlio del nuovo sindaco, inizia a prenderla in giro, insieme ai suoi amici, per suo padre e per il fatto che non è più magra come lo era prima.

Per questo Camilla odia la politica, perché secondo lei deriva dalla parola polipo, e quindi porta via le persone. Non cambia idea finché a Paludate non arriva Aristotele.

È un senzatetto che gira con molti sacchetti di plastica, alcuni contenenti fogli che riempie ogni sera con la sua Bic, altri contenenti del pesce andato a male, che al mercato buttano. Lui lo conserva per darlo in pasto ai suoi cani: il Capitano, un alano che è considerato il più forte della banda, Omero, il cane cieco, Otello, il barboncino innamorato di Wanda, una splendida gatta bianca, Garibaldi, la guida di Otello e infine Borg, un gatto grigio e spelacchiato che gioca sempre con la sua pallina da tennis.

Aristotele cerca di spiegarle il vero significato della politica e le dice che è una cosa buona che aiuta le persone e che sono gli uomini che sono cattivi. Camilla comincia a fidarsi sempre di più di Aristotele e di Marisol, la ragazza che aiuta Aristotele, mentre la madre le ripete di stare lontano da loro, che sono persone inaffidabili e sono estranee.

Nel frattempo il papà di Giampi vuole eliminare l’unico parco del paese per costruirci un quartiere residenziale. La mamma di Camilla si accorge che non può stare zitta, più che per i giardinetti per il fatto che Roby, se fosse stato ancora in vita, si sarebbe opposto ad una cosa del genere.

La mamma non resta più passiva, diventa attiva contro le tante ingiustizie che il papà di Giampi compie in Paludate S.F., ad esempio costringere Aristotele ad andarsene, anche se lui non vuole.

Camilla e suo nonno Anselmo organizzano una conferenza per esporre ai cittadini il perché secondo loro ci si dovrebbe opporre alla proposta del sindaco. In questa conferenza la mamma di Camilla si arrabbia come non lo aveva mai fatto in quei sei anni.

Un giorno, davanti alle case rosse (le case costruite da Roby per i poveri) dove abita Camilla con la sua famiglia dopo aver venduto la vecchia villa, si presenta una limousine e Camilla vede scendere Aristotele, questa volta vestito bene e pulito.

La mamma, invece, vede scendere il professor Sassi, ossia il primo ministro che aveva preso in simpatia Roby, che tutti credono deceduto in mare, dopo che la sua barca rovesciata è stata ritrovata. Chiede alla famiglia di perdonarlo e Camilla lo perdona subito perché oramai lo conosce proprio bene. Chicco non capisce neanche cosa stia succedendo, invece alla mamma servirà un po’ di tempo prima di riuscire a perdonarlo.

In seguito a questi avvenimenti la mamma si “risveglia”, diventa sindaca di Paludate S.F., ricompra la villa di prima e per Camilla inizia una nuova vita, la terza metà dolce della mela, quella dove dimagrisce e torna a frequentare Martino, un ragazzino molto carino con cui usciva nella sua prima metà dolce.

Questo libro mi ha colpito veramente molto perché l’autore, Luigi Garlando, è molto bravo a scrivere e tratta di argomenti “pesanti” con frasi semplici; i personaggi sono molto ordinari e quelle raccontate sono situazioni che si possono vivere tutti i giorni.

Luigi Garlando, Camilla che odiava la politica, Rizzoli

[Aurora Siviero IIIB]

Autore dell'articolo: Secondaria