Il diritto di contare

Il diritto di contare è un film per tutti, adulti e bambini.

È tratto dal romanzo di Margot Lee Shetterley The Hidden Figures.

Parla della comunità afroamericana negli anni ‘60 negli Stati Uniti durante il periodo della segregazione razziale dove, tra bianchi e neri, c’era una netta divisione. Si tratta di una storia vera.

Le protagoniste di questo film sono: Katherine, madre di tre figlie e vedova, Mary e Dorothy, tre donne di colore che lavoravano come matematiche presso la Nasa.

Tutti svalutavano la protagonista, le davano tanti compiti da svolgere entro fine giornata, non la aiutavano e le facevano dispetti per farla sbagliare.

Tra tutte le scene del film, c’è un episodio molto importante. Katherine doveva fare un chilometro a piedi, senza usare mezzi di trasporto, per andare nei bagni riservati alla comunità nera. Ogni volta, però, il dirigente della Nasa si arrabbiava visto che lei si allontanava per 45 minuti e nessuno sapeva dove fosse. Lei cercava di spiegare dove andava, ma nessuno le credeva e alla fine urlò tutto quello che si era tenuta dentro per troppo tempo. Il dirigente, quando iniziò a capire cosa stava passando la protagonista, decise di fare un’azione azzardata, ma coraggiosa: distruggere il cartello che diceva “bagno per donne nere” e far scomparire questa divisione nel suo edificio. Questo fu un primo passo per l’abolizione della segregazione razziale.

Verso la fine del film le tre ragazze risolvono calcoli e problemi complessi evitando in questo modo una catastrofe: dovevano trovare le giuste coordinate per l’atterraggio di una navicella. Dimostrano così la loro bravura nonostante siano donne e di colore, due categorie discriminate.

Questo film ci ha fatto capire l’importanza delle donne nella società e che il colore della pelle non conta, ma solo le idee, la preparazione e l’intelligenza e che nessuno si può permettere di giudicare solo dall’aspetto esteriore.

[Sofia e Alice III A]

Autore dell'articolo: Secondaria