La dieta vegetariana nell’età evolutiva.

In Italia, come nel resto del mondo, il numero delle persone che abbracciano stili alimentari alternativi, declinati nelle varie forme, è in aumento; spesso si tratta di scelte personali, ma sempre più intere famiglie, a volte con conoscenze nutrizionali insufficienti, abbracciano nuovi modelli alimentari, intraprendendo un percorso che coinvolge anche molti bambini a rischio di stili alimentari non idonei per la loro condizione di organismo in evoluzione.

Ma in cosa consiste uno stile alimentare idoneo o sano? Una dieta sana è quella che fornisce tutti i macro e micronutrienti che sono necessari a soddisfare i bisogni dell’organismo. Una dieta sana deve essere fattore di protezione nei confronti del più ampio numero di malattie possibili e, allo stesso tempo, non deve favorire lo sviluppo di sindromi da carenza di nutrienti specifici, nè deve provocare effetti negativi per l’accumulo di nutrienti in eccesso nell’organismo. Una dieta sana deve comprendere un’assunzione di alimenti varia ed equilibrata, che includa alimenti presenti in tutti i gruppi alimentari nelle giuste proporzioni in termini di quantità e frequenza. Una dieta adeguata e corretta è, quindi, uno strumento indispensabile per un buono stato di salute e, nel caso di bambini, uno strumento indispensabile per il miglior sviluppo psico-fisico possibile.

Secondo i dati Eurispes, aggiornati a gennaio 2017, in Italia circa il 4,6% della popolazione è vegetariano e circa il 3% è vegano. La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), insieme alla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), alla Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA) e dalla Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP), ha deciso di approfondire il problema dell’adeguatezza delle diete vegetariane relativamente alla crescita e allo sviluppo neurocognitivo dei bambini, sulla base della ricerca e della valutazione delle evidenze scientifiche ad oggi disponibili.

Definizione dei diversi modelli di dieta vegetariana

Accomunate dal prefisso “veg” si possono classificare diverse diete le cui caratteristiche nutrizionali sono tra loro molto differenti a seconda delle restrizioni/esclusioni di una o più famiglie di alimenti. Si va infatti da regimi alimentari con parziali restrizioni quali la dieta pesco-vegetariana a quella Latto-Ovo-Vegetariana (LOV), la più diffusa nei Paesi Occidentali, ad altri, quali la dieta vegana, fino ad arrivare alla dieta crudista o fruttariana (Tabella 1).

Tabella 1

Definizione Alimenti esclusi Alimenti permessi
Dieta pesco-vegetariana o pescariana Carne di animali terrestri e volatili vari. Pesci, molluschi, crostacei, frutti di mare.

Qualunque alimento di origine vegetale: cereali, legumi, verdure, ortaggi, frutta, alghe. Uova, latte, latticini, formaggi, miele, pappa reale, propoli, polline. Funghi, lieviti, fermenti lattici e lievito di

birra.

Dieta LOV Carni, pesci, molluschi e crostacei. Qualunque alimento di origine vegetale: cereali, legumi, verdure, ortaggi, frutta, alghe. Uova, latte, latticini e formaggi, miele, pappa reale, propoli, polline. Funghi, lieviti, fermenti lattici e lievito di

birra.

Dieta latto-vegetariana Carni, pesci, molluschi, crostacei, uova. Qualunque alimento di origine vegetale: cereali, legumi, verdure, ortaggi, frutta, alghe. Latte, latticini e formaggi, miele, pappa reale, propoli, polline. Funghi, lieviti, fermenti lattici e lievito di birra.
Dieta ovo-vegetariana Carni, pesci, molluschi, crostacei, latte e suoi derivati. Qualunque alimento di origine vegetale: cereali, legumi, verdure, ortaggi, frutta, alghe. Uova, miele, pappa reale, propoli, polline. Funghi, lieviti, fermenti lattici e lievito di birra.
Dieta vegana Tutti gli alimenti di origine animale,

inclusi uova, miele, latte e derivati,

propoli, pappa reale, polline.

Tutti gli alimenti di origine animale,

inclusi uova, miele, latte e derivati, propoli, pappa reale, polline.

Dieta crudista (variante vegetariana) Tutti i cibi cotti a temperature superiori a 46 °C. Solo alimenti vegetali non sottoposti a

trattamenti termici oltre i 42 °C, ma è ammessa l’essiccazione. Frutta, verdura, noci e semi, cereali e legumi germogliati.

Dieta fruttariana Tutti i cibi di origine animale, latte e derivati, uova, legumi, cereali, verdure, alghe, funghi. Frutta e ortaggi che derivano da radici, fiori, foglie, ecc. e che non sono il vero frutto della pianta (fragole, fichi, ecc). Frutta fresca e secca (mela, pera, albicocca, pesca, ecc) ortaggi da frutto (pomodori, peperoni, peperoni, cetrioli, ecc.) e frutta grassa (olive ed avocado).
Dieta da raccoglitori (variante vegetariana) Tutti gli alimenti che non cadono

spontaneamente dagli alberi.

Prevede solo il consumo di ciò che è caduto naturalmente dall’albero o dalla pianta (semi, frutti, ecc).

I bambini che seguono una dieta vegetariana presentano una modalità di crescita diversa da quella dei bambini a dieta comprensiva di prodotti animali?

Gli studi condotti sull’effetto delle diete vegetariane sulla crescita pediatrica non sono sempre concordanti per l’eterogeneità del disegno: in alcuni studi, condotti su soggetti che integrano la dieta, soprattutto quella vegana, con vitamina B12 e/o vitamina D e/o ferro, la crescita non risulta differente rispetto agli onnivori; in altri, soprattutto in quelli in cui non risultano supplementazioni dei nutrienti carenti, i dati antropometrici risultano significativamente inferiori rispetto alla media per l’età. E’ indubbio che le diete vegetariane in sé (ovvero non supplementate) comportano una compromissione più o meno rilevante dello stato nutrizionale: circa la metà dei vegetariani presenta sideropenia, tutti i vegetariani (ma anche il 91% degli onnivori) hanno una lieve carenza di iodio in base ai riferimenti della WHO; la dieta vegetariana comporta deficit di vitamina B12 e, in base al grado di restrizione, anche di vitamina D e di DHA.

Il livello molto basso delle evidenze non consente di affermare con certezza che i bambini che seguono una dieta vegetariana presentino una modalità di crescita diversa da quella dei bambini a dieta comprensiva di prodotti animali. Al contrario, ci sono forti evidenze sulla necessità di supplementare le diete che escludono alcune categorie di alimenti e le carenze nutrizionali sono tanto maggiori quanto più la dieta è restrittiva. Per questo, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) raccomanda per bambini e adolescenti a dieta vegetariana specifiche consulenze nutrizionali per le opportune supplementazioni, con particolare riferimento al profilo aminoacidico delle proteine e agli apporti di ferro, zinco, vitamina B12 e DHA e raccomanda periodiche valutazioni dello status nutrizionale per la modulazione delle supplementazioni già in atto o da avviare.

Esiste una diversa morbilità fra bambini e/o adulti che seguono una dieta vegetariana o mista per le malattie non trasmissibili?

Quasi tutti gli studi in quest’ambito sono stati condotti su pazienti adulti: i risultati non sono quindi trasferibili automaticamente alla popolazione pediatrica o a chi ha seguito una dieta vegetariana/vegana dall’età pediatrica o adolescenziale. L’effetto delle diete vegetariane è differente per i vari esiti considerati:

– l’incidenza della malattia ischemica cardiaca è significativamente minore nella popolazione a dieta vegetariana, ma non l’incidenza di tutte le altre patologie cardiovascolari e cerebrovascolari;

– le diete vegetariane non hanno alcun effetto sulla funzione tiroidea;

– le diete vegetariane non influenzano le irregolarità puberali (pubertà precoce, telarca prematuro, modifiche di durata e sanguinamento mestruale, irregolarità del periodo mestruale e del flusso, amenorrea);

– le diete vegetariane si sono dimostrate efficaci sulla riduzione del colesterolo totale, del colesterolo LDL, ma non dei trigliceridi sierici e sono contrastanti i risultati sul colesterolo HDL; le stesse diete risultano efficaci nel ridurre lo stress ossidativo ed il tessuto adiposo corporeo (medesima efficacia è stata peraltro dimostrata anche per la dieta pesco-vegetariana e la dieta mediterranea), anche se nella valutazione totale dei risultati bisogna tener conto che i vegetariani hanno uno stile di vita complessivamente più sano e con minori fattori di rischio (no alcol, fumo, sedentarieta, ecc);

– la dieta vegetariana è associata ad un più basso indice di massa corporea (BMI) e ad un minor rischio di obesità ed ipertensione arteriosa;

– le evidenze scientifiche confermano l’efficacia della dieta vegetariana nella prevenzione e nella terapia del diabete mellito di II tipo nei pazienti adulti, anche rispetto alle diete consigliate per questa condizione;

– i risultati relativi alla prevenzione dei tumori nel loro insieme non risultano significativi o conclusivi;

– è stato dimostrato un effetto delle diete vegetariane sul microbiota intestinale, con ridotta presenza di patogeni e maggiore presenza di specie protettive.

Poichè le evidenze scientifiche attualmente disponibili non dimostrano una reale efficacia terapeutica e preventiva delle diete vegetariane e vegane rispetto a diete onnivore sane e bilanciate e poiché i dati riportati non sono automaticamente trasferibili alla popolazione pediatrica o a chi ha seguito una dieta vegetariana/vegana in età pediatrica o adolescenziale, relativamente ad un eventuale utilizzo nella popolazione generale finalizzato alla prevenzione di queste patologie, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale non raccomanda le diete vegetariane e vegane in età evolutiva.

Esiste una diversa morbilità fra bambini che seguono una dieta vegetariana per le malattie trasmissibili?

Le evidenze scientifiche attualmente disponibili riguardano solo lattanti alimentati con formule di soia (addizionate con ferro e zinco e con rimozione del 90% dell’attività di inibitore delle proteasi), da cui deriva che l’alimentazione con tali formule non costituisce un fattore di rischio/protezione per le patologie trasmissibili; in particolare, riguardo allo sviluppo di malattie infettive, il numero di episodi/bambino di infezioni respiratorie o diarrea acuta non differisce tra il gruppo alimentato con formule di soia e gruppo controllo. Non vi sono studi che prendano in considerazione gli effetti derivanti dall’uso di formule a base di proteine idrolizzate del riso.

To be continued..

Federica Meroni

Fonte: Position Paper SIPPS-FIMP-SIMA-SIMP. “Pediatria Preventiva & Sociale, supplemento n.3 – anno XII – 2017 – ISSN 1970-8165”

Autore dell'articolo: Amministratore